Un elegante progetto di ristrutturazione nel quartiere Isola di Milano: modernità con un tocco classico
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Negli ultimi anni non si sente spesso parlare di APE, che si tratti di agenti immobiliari, ingegneri o architetti, dipendenti comunali e persino comuni mortali che il più delle volte non sanno neanche bene di cosa si stia parlando. Potete stare tranquilli, non è nulla di pericoloso e non vi pungerà! Stiamo parlando dell’Attestato di Prestazione Energetica (acronimo APE), reso obbligatorio dalle ultime normative riguardanti in particolar modo la compravendita di case. Sarà bene però fare un po’ di chiarezza, in modo da avere le idee ben chiare e sapere quando è necessario, a chi rivolgersi, quanto pagarlo e anche a cosa si può andare incontro in caso di mancanza.
Che cosa è l’attestato di prestazione energetica della casa
Innanzitutto, vi occorrerà sapere che si tratta di una documentazione attestante una stima, calcolata per metro quadro di superficie, dell’energia totale consumata ogni anno dalla propria casa, anche in base a caratteristiche dell’intero edificio in cui è situata.Si tratta in pratica di attestarne il livello di efficienza energetica, in base a diversi parametri come ad esempio il suo isolamento termico e la presenza o meno di dettagli ed impianti atti a garantire il comfort dell’appartamento.
Che cosa è la classe energetica
Il livello di questa efficienza, calcolata mediante complessi calcoli che tengano conto di ogni parametro rilevante, viene definito sotto forma di una scala espressa in lettere che vanno da G fino ad A+. Similmente alla classe energetica attribuita ai comuni elettrodomestici, dove quelli con classe A o A+ sono meno dispendiosi in termini di consumo energetico mantenendovi bassa la bolletta, la classe energetica definita dall’APE ha esattamente lo stesso significato. Essa indica la qualità energetica e il relativo consumo dell’edificio. Dunque, la classe energetica G è quella più bassa, con un consumo pari o superiore a 132,5 kWh/mq all’anno, mentre la classe più alta, la A+, vanta un consumo di appena 19,2 kWh/mq. Di norma, gli edifici più vecchi partono dalla classe più bassa, quindi la G, mentre quelli moderni con meno di 10 anni e costruiti con criterio e materiali di prima scelta potranno sfoggiare la classe A..
Quando è obbligatoria la Certificazione Energetica
Per prima cosa c’è da chiarire la differenza tra l’Attestato di Certificazione Energetica (ACE) e l’Attestato di Prestazione Energetica (APE). Gli obiettivi sono pressoché gli stessi, ma l’APE ha visto la luce solo nel 2013 con il decreto legge n.63, recependo la direttiva europea 2010/31/UE, e prevede che debbano essere anche fornite indicazioni per migliorare dell’efficienza energetica dell’immobile in oggetto, oltre a rivedere i casi di obbligatorietà e le relative sanzioni in caso di assenza. Quindi, presupposto che il metodo di calcolo resta lo stesso e che chi è già in possesso di certificato ACE rilasciato prima del 2013 potrà continuare ad utilizzarlo fino a 10 anni dopo la data di rilascio, vediamo ora quando bisognerà ricorrere all’ APE. Innanzitutto in caso di vendita o donazione di un immobile, anche se di nuova costruzione. Ma ancor prima di vendere l’immobile in questione, se ne avrà bisogno per poter redigere l’ annuncio di vendita, in cui la classe energetica dovrà essere obbligatoriamente dichiarata. Avrete bisogno dell’APE anche se volete solo affittare l’immobile e persino in caso di ristrutturazione che interessi più del 25% della superficie di tutto l’edificio.
Elementi necessari per redigere la prestazione energetica
Ma il certificato energetico non potrete di certo redigerlo da soli, dovrete pertanto rivolgervi ad un certificatore energetico abilitato, di norma un tecnico come un ingegnere, un geometra o un architetto. Il tecnico prescelto dovrà recarsi presso il vostro immobile per un sopralluogo e verificare una serie di elementi: qualità degli infissi, efficienza energetica degli impianti di riscaldamento degli ambienti e dell’acqua, salubrità degli ambienti ed anche l’eventuale presenza di impianti di produzione energetica autonomi come ad esempio i pannelli fotovoltaici. Dovrete fornire, inoltre, al tecnico tutti i dati catastali del vostro immobile perché possa effettuare ogni sorta di verifica anche sulla qualità energetica dell’intero fabbricato. Il certificato che vi verrà rilasciato dovrà essere consegnato al nuovo proprietario in caso di vendita oppure all’affittuario al momento del contratto di affitto, allegandone ad esso una copia da registrare sotto forma di “Appendice”.
Il costo del certificato
Il costo medio di un certificato APE si aggira intorno ai 150/200 Euro, partendo da un minimo di 60 fino ad un massimo di 300 Euro. Molto dipenderà dalla regione e dalla città in cui si richiede il certificato, e sarà quindi bene chiedere più preventivi, magari sfruttando anche il web, per essere certi di ottenere il miglior prezzo possibile. Ricordate, inoltre, che i costi dell’APE spettano di norma ai proprietari degli immobili, sia che si tratti di una vendita che di un affitto.
Le sanzioni per la mancanza del certificato di prestazione energetica
In caso di mancanza del certificato di prestazione energetica in uno dei casi in cui è obbligatoriamente previsto, esistono delle sanzioni, anche abbastanza salate. Per una semplice omissione delle informazioni relative alla prestazione energetica in un annuncio di vendita immobiliare è prevista una multa da 500 a 3mila euro. In caso di mancanza totale dell’APE al momento della vendita è prevista una sanzione tra i 3000 ed i 18000 euro (anche se di norma il notaio non vi farà procedere alla vendita senza tale certificato che andrà allegato al contratto di vendita!).
Incidenza delle finestre sulla riqualificazione energetica dell’edificio
Non dimentichiamo, infine, che sono previste addirittura agevolazioni fiscali, prorogate con la nuova legge di stabilità 2017, con detrazioni fino al 65% in caso di sostituzione, negli edifici già esistenti, dei vecchi infissi con nuovi in grado di aumentare il livello di efficienza energetica con un conseguente miglioramento termico. Dunque, la presenza delle finestre e della tipologia di infissi incide non di poco sull’indice di prestazione energetica, e l’orientamento è volto ad una riqualificazione che garantisca un considerevole risparmio di energia.