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Il Decreto Rilancio si prospetta sempre più come un volano per restituire slancio e vigore all’economia italiana, a più livelli.
Fra le varie iniziative a sostegno del Paese e della ripartenza economica contenute nel Decreto spicca il cosiddetto Superbonus 110%, che in pratica consente di effettuare gratis i lavori di ristrutturazione degli immobili.
Chiaramente, questa agevolazione non viene concessa in toto a chiunque, ma esistono dei precisi paletti che ne limitano la fruizione a categorie precise e per lavori specifici.
Di fatto, occorre comprendere quali sono i vincoli imposti per ottenere la maxi detrazione, a chi spetta e come muoversi a livello burocratico per ottenerla.
In questo approfondimento prendiamo in esame il decreto attuativo del Bonus 110%, offrendo una vera e propria guida con tutte le indicazioni necessarie per aiutare coloro che hanno in programma di ristrutturare casa – o che vorrebbero farlo.
È una delle agevolazioni previste dal Governo per incentivare la ripresa economica e, in particolare, il settore dell’edilizia. È limitato a specifici soggetti, e per lavori di ristrutturazione ben precisi: i cosiddetti “interventi trainanti” relativi all’efficientamento energetico degli immobili o gli interventi antisismici.
I lavori che possono avvantaggiarsi del bonus sono quelli eseguiti nell’arco del periodo che va dal 1 Luglio 2020 fino al 31 Dicembre 2021.
La firma definitiva al decreto attuativo è stata posta all’inizio di Agosto 2020.
L’articolo 119 del DL Rilancio chiarisce i soggetti che hanno diritto al bonus.
Più nel dettaglio, la detrazione fiscale spetta a:
Vediamo ora quali sono i tipi di interventi previsti dal Decreto Rilancio che potranno usufruire del Superbonus 110%.
Il Decreto Rilancio è molto preciso in merito al tipo di lavori di ristrutturazione che possono beneficiare delle agevolazioni fiscali.
In linea generale, nel testo si fa riferimento ai cosiddetti “interventi trainanti”, che sono in tutto 3:
A questi si aggiunge altresì la possibilità di ottenere il bonus nell’ambito degli interventi di demolizione e ricostruzione, nel rispetto delle condizioni previste dai requisiti tecnici del decreto Mise 6 agosto 2020.
Anche se non espressamente contemplato negli interventi trainanti, il bonus è ottenibile anche in relazione ad altri interventi per il miglioramento del rendimento energetico.
Fra questi spiccano il cambio degli infissi e di schermature solari, così come vedremo a breve.
Per ciò che concerne gli interventi legati alla realizzazione di un cappotto termico di un edificio, sono interessate le soli superfici opache, sia verticali, che orizzontali che compongono l’immobile.
Queste devono essere superiori al 25% della superficie disperdente lorda dell’intero edificio.
La detrazione possibile è molto sostanziosa e definita in tal modo:
Fondamentale per questo tipo di intervento è la scelta dei materiali impiegati, che necessariamente dovranno essere a basso impatto ambientale e certificati almeno secondo gli standard minimi richiesti.
Altro intervento trainante è quello che interessa la sostituzione di un vecchio impianto di riscaldamento centralizzato con un impianto a condensazione, a pompa di calore, ibrido o geotermico.
Tale impianto potrà essere altresì abbinato ad impianti fotovoltaici, ad accumulo e di micro-cogenerazione. Chiaramente, anche l’installazione di queste diverse tipologie accessorie di impianto può essere coperta dall’Ecobonus 2020.
La detrazione possibile per questi interventi è così definita:
Una buona notizia è legata al fatto che l’agevolazione fiscale è estesa anche alle spese relative allo smaltimento ed alla bonifica dell’impianto cambiato.
Nel caso in cui con un solo intervento di sostituzione non sia possibile raggiungere la classe energetica richiesta dalle norme, sarà necessario abbinare ulteriori interventi, pena la non accettazione della pratica.
Questa tipologia di interventi trainanti è molto simile alla precedente, ma è destinata appunto alla ristrutturazione di edifici unifamiliari indipendenti. Il bonus si può ottenere se si compie la sostituzione degli impianti di riscaldamento esistenti con quelli a pompa di calore, ibridi o geotermici.
A questi è anche consentita l’installazione di impianti fotovoltaici, di accumulo e di micro-cogenerazione.
La detrazione è calcolata sempre allo stesso modo, con un tetto massimo di spesa non superiore ai 30mila euro per un numero massimo di due unità immobiliari.
Anche per gli edifici unifamiliari possono essere inserite nelle agevolazioni le spese sostenute per lo smaltimento e la bonifica dell’impianto sostituito.
Il bonus può essere ottenuto anche in relazione ad altri interventi da operare sugli edifici. Vediamo quali.
All’interno dell’articolo 14 del DL n.63/2013 sono contemplati ulteriori interventi su edifici e abitazioni che godono altresì delle agevolazioni fiscali relative all’Ecobonus.
Tali interventi vengono ripresi anche nel Decreto Rilancio e posti come lavori che possono accedere al Superbonus 110%, a patto però di essere abbinati agli interventi trainanti summenzionati.
Ma quali sono questi interventi? Eccoli:
Il bonus 110% interessa anche tutti quegli interventi antisismici che sono volti a migliorare le caratteristiche degli edifici, così da garantire un rischio sismico inferiore.
Nello specifico, possono godere delle detrazioni:
Il tetto massimo di spesa è pari a 96 mila euro per unità immobiliare per ciascun anno.
Inoltre, è possibile usufruire di una detrazione pari al 90% del costo di una polizza a copertura del rischio per eventuali eventi dovuti a calamità naturali. Ciò vale solo nel caso in cui la cessione del credito sia stata data ad un’impresa di assicurazioni.
Veniamo adesso alla questione relativa ai rimborsi previsti dal Decreto Rilancio: quanto è possibile recuperare? E davvero con il Superbonus 110% è possibile eseguire degli interventi di ristrutturazione gratis?
Andiamo con ordine. All’interno del Decreto Rilancio sono previste tre diverse soluzioni:
Scorrendo le indicazioni fornite nella guida definitiva all’Ecobonus 2020, è facile comprendere come non sia semplicissimo accedere all’agevolazione fiscale del 110%. Ci sono dei limiti stringenti, a partire anche dall’accordo unanime che devono avere i condomini: un evento che non si può dare per scontato!
In media res si trova la cessione del credito di imposta, ma di certo la soluzione più immediata e comoda è quella dello sconto in fattura, che consente di risparmiare subito ben il 50% della spesa complessiva dei lavori.
Sappiamo bene che quando si tratta di incentivi e agevolazioni statali, la burocrazia ha un peso notevole e decisivo per la buona riuscita del tutto.
E ciò non fa eccezione per quanto riguarda il Superbonus. Cercando di semplificare il tutto, i documenti necessari per inoltrare la richiesta del nuovo Ecobonus sono:
Non presentare tali documenti o farlo in maniera parziale può pregiudicare la possibilità di ottenere le agevolazioni fiscali.
Nel caso di dichiarazioni mendaci, sono previste delle sanzioni sia nei confronti del contribuente che del fornitore, nel caso in cui si riconosca un concorso di violazione. È altresì soggetto a sanzione chi ha ceduto il credito di imposta.
Chiaramente, nel caso in cui i controlli dell’Agenzia delle Entrate verifichino situazioni non conformi, è prevista la restituzione dell’importo del bonus ottenuto più i relativi interessi.
Decisamente sì.
E si tratta, così come accennavamo prima, della soluzione più rapida e semplice per eseguire i lavori usufruendo di uno sconto davvero importante, senza aspettare anni per le detrazioni fiscali.
Per ottenerlo inoltre non è necessario eseguire delle opere trainanti, poiché la sua concessione rientra nell’ambito dei lavori di recupero edilizio.
Di fatto, se si ha intenzione di sostituire i propri infissi con modelli nuovi e più performanti, si potrà richiedere lo sconto immediato in fattura, senza l’obbligo di dover procedere con altri lavori.
Per chi deve sostituire porte e finestre per aumentare l’isolamento termico ed acustico di casa, il momento è propizio: il SuperBonus 110% è valido per questa tipologia di interventi.
L’agevolazione è valida sia per l’acquisto, che la messa in opera dei serramenti, comprese eventuali schermature solari accessorie.
Naturalmente, nella scelta dei nuovi serramenti si dovranno preferire necessariamente modelli con una classe energetica alta, di certo maggiore rispetto a quelli in essere.
Non bisogna però dimenticare che la sostituzione dei serramenti va abbinata ad uno o più degli interventi trainanti previsti dal Dl. In caso contrario, non si potrà beneficiare del bonus.
Per ciò che concerne il tetto di spesa massima, invece, la detrazione va calcolata sull’ammontare complessivo dei limiti di spesa previsti per l’intervento.
Discorso diverso per lo sconto in fattura del 50% immediato, che si può richiedere anche per i soli interventi di recupero edilizio come manutenzione, ristrutturazione e restauro.
Tutte le porte e le finestre Oknoplast rispettano i requisiti per accedere al bonus statale, in quanto dotati di classi energetiche di livello superiore che contribuiscono ad innalzare l’efficienza energetica dell’abitazione ed il comfort domestico.
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